Impresa digitale, i dati della Long Wave nel dettaglio
La ricerca è stata svolta nel mese di maggio 2013 per ASSINTELdigitale dallo Studio Giaccardi e Associati ed ha elaborato dati provenienti sia da un'indagine desk, sia da un campione qualitativo di 204 interviste. Le imprese digitali sono piccole e medie imprese, con mediamente 17 collaboratori e un fatturato di 1.000.000 di euro. Ma il 44%, essendo giovanissime,si colloca sotto i 100.000 euro l'anno. Il 75% di esso è nel b2b e l'87% è generato in Italia. Nel 2013 le previsioni sono controcorrente rispetto al buio del Paese: in crescita nel 68% dei casi e stabili per il 28%. Il 63% è digital native, cioè è nata recentemente sui nuovi paradigmi digitali, ed è mossa in primo luogo da passione e incontri professionali precedenti; il restante 37% deriva da una evoluzione delle "vecchie" imprese IT. Per due terzi sono SRL, ma il modello organizzativo è per lo più "liquido": il 60% delle imprese è infatti strutturato sul singolo processo/commessa ed è per lo più informale. Protagonista assoluto dell'organizzazione e della comunicazione interna è il web, vera piattaforma di collaborazione per l'85% di esse. Il 33% lo utilizza anche per vendere online. L'identikit del lavoratore digitale: giovane (67% under 35, che sale al 72% nelle imprese native digitali), maschio (64%), laureato (il 65%) o addirittura con master/dottorato/PHD (12%), con esperienza lavorativa all'estero (29% nelle imprese digital native). Ma soprattutto con un contratto atipico per oltre un terzo di essi (CoCoPro e Partite IVA). Il cosiddetto posto fisso, a tempo indeterminato, resta predominante solo per le imprese tradizionali IT based, più grandi e organizzate, mentre è un non-luogo per quelle native digitali (solo il 26%): i costi dello Stato sul lavoro per le loro organizzazioni piccole e liquide sono troppo alti. In esse molto spesso il titolare è factotum e i carichi di lavoro diventano critici. L'occupazione è in costante crescita: a fine 2012 sono oltre 620.000 gli addetti digitali, in crescita di quasi 75.000 unità (+13,7%) rispetto all'inizio della crisi nel 2009. Ma il dato più interessante è che ad essi si aggiunge oltre un altro terzo di professionisti atipici, cioè oltre 250.000 persone strutturali nei processi produttivi della nuova impresa digitale, che abbiamo stimato attraverso l'indagine di campo. Le maggiori criticità dichiarate dagli imprenditori? Ai primi posti il costo dello Stato sul lavoro, l'accesso al credito bancario ma soprattutto i vecchi modelli "fordisti" di offerta finanziaria, e l'ancora scarsa disponibilità in Italia di investimenti privati. Ci sono poi i problemi di tipo organizzativo: troppo carico di lavoro su poche persone, mancanza sul mercato di competenze tecniche e manageriali adeguate , e parallelamente una scarsa offerta formativa adeguata alle loro esigenze.L'articolo Made in Italy digitale, ASSINTELdigitale disegna l’identikit della nuova impresa digitale è stato pubblicato per la prima volta su Pionero.